Con la risposta n. 413 del 11 ottobre 2019 l’Agenzia risponde ad un’istanza di interpello avanzata da un esercente attività di commercio al minuto tramite distributori automatici senza raccolta di denaro che ritiene di non dover censire presso l’Agenzia delle entrate.
In particolare i distributori, generalmente posizionati in comodato d’uso all’interno di palestre, centri fitness e simili, permettono di acquistare con le seguenti formule:
- piano a ricarica: il cliente ricarica una tessera dell’importo prescelto e la utilizza in modo del tutto analogo alla chiavetta di un distributore tradizionale;
- abbonamento: il cliente acquista l’abbonamento – variabile per durata (mensile, trimestrale, annuale) e, sempre tramite tessera, lo utilizza fino alla scadenza.
Posto che il distributore non consente l’incasso di denaro, i piani di ricarica e gli abbonamenti vengono acquistati direttamente alla reception della palestra, che incassa le somme per conto dell’esercente e comunica al cliente che la ricevuta di pagamento gli verrà recapitata per posta elettronica dall’esercente stesso, tramite proprio software.
Alla fine della giornata, l’esercente controlla le transazioni intervenute per tutti i distributori concessi in comodato d’uso ed annota il totale nel registro dei corrispettivi.
Alla fine del mese, in base alla rendicontazione di tutte le palestre, l’esercente comunica a ciascuna di esse l’importo che dovranno bonificargli (corrispondente agli incassi effettuati per suo conto), nonché l’importo che dovranno fatturare nei suoi confronti (corrispondente alla provvigione sulle vendite).
Considerata la diversità dei propri distributori rispetto a quelli tradizionali – incasso esclusivamente tramite reception per i primi, inserendo il denaro o la chiavetta per i secondi.
L’esercente chiede quali siano gli adempimenti da porre in essere.
Nel caso appena descritto l’agenzia entrate con la risposta n. 413/2019, partendo dalla considerazione che il distributore non è predisposto per accettare il pagamento e che le tessere possono essere acquistate – con piano a ricarica o in abbonamento – esclusivamente alla reception della palestra, afferma che tale caratteristica appare incompatibile con la definizione di vending machine, stante l’assenza di “periferiche di pagamento” funzionali all’incasso dei corrispettivi.